A cura della Fondazione Milano Policroma
Testo di Riccardo Tammaro
Negli scorsi articoli ci siamo occupati della cascina Campazzo e del Parco Ticinello; nel nostro spostamento verso ovest siamo quindi giunti ad un passo da via dei Missaglia, trafficato stradone sito a poche centinaia di metri dalla cascina Campazzo, e ad essa collegato tramite la via Dudovich.
In realtà, “stradone” è un termine che si applica solo da quando fu eseguito l’allargamento della strada intercomunale che collegava (e collega, sia chiaro) Milano Porta Ticinese (via dei Missaglia è infatti il prolungamento del corso di Porta Ticinese, poi San Gottardo, poi via Meda e infine via Montegani) con i borghi limitrofi (alcuni di origine romana, come Quinto de’ Stampi, sito a cinque miglia dal centro di Mediolanum, e Ponte Sesto, distante sei miglia). La strada, di origine romana, era punteggiata di cascine, molte delle quali non più visibili. Cerchiamo allora di riconoscere le vestigia del passato, o di immaginarcele laddove non esista più alcuna testmonianza rurale del passato.
Partiamo allora da piazza Abbiategrasso e dirigiamoci verso sud a piedi (in realtà, a parte l’attuale linea tranviaria 3 o 15, già negli anni ’70 del XX secolo l’autobus 209 ci poteva portare a Gratosoglio (di cui parlerò in altro articolo) e il 210 ci conduceva a Ronchetto delle Rane (cui dedicherò l’opportuno spazio in altro numero del giornale), ma noi simuleremo di muoverci a piedi per meglio gustare l’antica atomosfera.
Incamminandoci allora verso sud, superata, sulla sinistra, un po’ discosta, la citata cascina Campazzo, in corrispondenza della quale , sulla destra, sorgeva una fornace, ormai scomparsa da tempo ma ancora attiva nel XIX secolo, ecco che poco avanti, sulla destra, a fianco dell’attuale bocciodromo, troviamo Isola Anita: oltre che locale pubblico di ristoro centenaria piccola villa di campagna sita sulla vecchia via dei Missaglia.
Poco più avanti, sempre sulla destra, ecco spuntare la cascina Santa Croce (oggi certo meno visibile dalla via dei Missaglia, ma tuttora raggiungibile a piedi; l’ingresso più comodo è però dalla via Chiesa Rossa tramite la via Pienza).
La cascina compare già sulla carta del Claricio (1600) come cascina Croce, affacciata sulla riva del Lambro Meridionale; pare costituita da quattro fabbricati posti a croce (da cui il nome?); nel XX secolo la cascina è stata ristrutturata e trasformata in residenza.
Dirimpetto, fino a circa trent’anni fa, avremmo potuto vedere la splendida Cascina Cassinazza, vittima di una triste speculazione edilizia, contro cui si batterono, tra gli altri, la Fondazione Milano Policroma e l’amico Claudio Muzzana, che mi ha gentilmente fornito la fotografia che accompagna questo articolo.
Già citato nella Carta del Claricio del 1600 come “Casinaccia”, questo complesso constava di una corte quadrata, aperta sul lato sud, e chiusa sui tre lati con abtazioni ed edifici rurali; quando il 15 ottobre 1985 venne demolita era ancora in ottimo stato, tanto che numerosi cittadini si erano mobilitati presso il sindaco, che aveva garantito lo stop alle ruspe la mattina seguente; durante la notte, però, la cascina venne rasa al suolo da un noto imprenditore, proprietario dell’area; per un po’ di tempo resistette la parte adibita a cabina elettrica; e fino a pochi anni fa era ancora visibile la splendida magnolia che prospicieva sulla via dei Missaglia.
Poco a sud, sempre sulla sinistra, è ancora intuibile il luogo definito “Case Nuove” (che in realtà si chiamava “Canova” già nel XVII secolo...), che coincide con l’inizio della via Selvanesco; a lato, dopo poche entiania di metri, è tuttora in funzione Cascina Cascinette, citata come “Casinette” sulla seicentesca (e già citata) Carta del Claricio.
Per giungervi si percorre la parte occidentale della via Selvanesco che, a parte i recenti quartieri ivi costruiti, costeggia la Roggia Triulza, che proviene da via Magolfa; dopo un centinaio di metri si scavalca la Roggia della Costa, derivazione del Cavo Ticinello, e la stessa Triulza, che si dirige verso sud fino a Cascina Amata. Ancora pochi metri e la via attravesa il complesso Cascinette, formata da due nuclei a cavallo dell’antico tratturo: quello sulla destra è la parte abitativa, mentre quello sulla sinistra svolge funzioni puramente rurali.
Termina qui la nostra esplorazione della via dei Missaglia, che riprenderemo con particolare riferimento ai borghi che vi si affacciano..