A cura della Fondazione Milano Policroma
Testo di Riccardo Tammaro
Uno dei rioni di Milano che ha conservato nel tempo le caratteristiche
di milanesità è senz'altro quello detto di San Luigi. Esso si
trova a cavallo delle attuali circoscrizioni 4 e 5, mentre in precedenza
ricadeva interamente nella zona 14.
Il nome del rione viene in realtà dalla chiesa omonima che, con la
sua piazzetta, rappresenta un po' il cuore di questo borgo. Vediamo allora la
storia e le caratteristiche architettoniche della chiesa.
Tra le chiese sorte a dimostrare la devozione dei fedeli al proprio Pastore, è da notarsi questa di San Luigi. Infatti nell'anno 1892 in Milano e in diocesi si celebrava il XXV anno di episcopato di S.E. Mons. Luigi Nazari dei Conti di Calabiana, Arcivescovo di Milano. Il Capitolo Metropolitano, nell'udienza del 9 novembre 1891, a solennizzare la lieta ricorrenza, si era fatto promotore dell'erezione di una parrocchia monumentale, attestante l'amore dei Milanesi per il proprio pastore, che quindi doveva consistere in una chiesa grandiosa.
Il compito di approntare il disegno fu affidato al parroco di Vergiate, Don Locatelli, il quale però, se era competente d'architettura e pieno di buone intenzioni e di buona volontà, non era certo uomo dalle spalle sufficienti a reggere la responsabilità d'un'architettura di tale portata. Tanto che il suo progetto fu bocciato dall'autorità comunale. Lo rivide e modificò l'architetto Oreste Benedetti, e così fu approvato per l'esecuzione. La prima pietra fu posta il 20 novembre 1892 da Mons. Mascaretti, Vescovo titolare di Zama.
Anima e mecenate munifico della costruzione e della fondazione della
parrocchia di San Luigi fu Mons. Antonio Limonta, a cui nel 1925 venne
dedicata una lapide inaugurata dal cardinale Eugenio Tosi; detta lapide è
tuttora visibile sulla controfacciata destra della chiesa.
Il nuovo tempio fu aperto al pubblico l'estate del 1896. Dapprima dipese
da San Rocco (ora Sant'Andrea); poi, il 21 aprile 1897, fu designato come
di immediata giurisdizione arcivescovile. In seguito divenne chiesa
parrocchiale. Fu consacrato il 3 luglio 1897 dal Card. Andrea Ferrari.
Lo stile e' classico basilicale. La facciata, che fu ultimata solo nel 1906, e' preceduta da un pronao tetrastilo con colonne monolitiche alte circa 10 metri. A sinistra, staccato dalla Nave, è eretto il campanile, compiuto nel 1903 su disegno dell'ingegner Antonio Casati; e' alto 50 metri, di architettura alquanto slegata, così che le varie parti non si fondono tra loro; resta comunque un effetto di slancio in altezza.
L'interno è a tre navate, sorrette da otto colonne, a cui nei muri delle
navate corrispondono altrettante lesene. Il soffitto della nave centrale è
a botte, decorato a finti lacunari; le navi laterali a cassettoni in muratura.
La snella e proporzionata cupola ha luce per mezzo di otto finestre
circolari, che erano ornate da vetrate rappresentanti la "Glorificazione
dell'Agnello Divino", immolato per la salvezza del mondo (di esse e' ancora
visibile quella situata sopra l'altare maggiore).
I muri, nella porzione corrispondente al transetto, si sfondano ad arco
a formare due altari di marmo bianco: quello a destra è dedicato alla Madonna
e fu eseguito dalla ditta Cappuccini di Milano, nel 1929, in marmo bianco di
Carrara, con fregi e sfondi di marmi svariati. Fu consacrato dal Cardinale
Schuster il l3 novembre 1929. Lateralmente stanno due affreschi raffiguranti
S.Giuseppe e S.Agostino, opera del pittore Poggi.
L'altare di sinistra è dedicato al Sacro Cuore e venne eretto in
riparazione del furto sacrilego compiuto nella chiesa nel gennaio 1898; è in
marmo di Carrara e fu consacrato da Mons. Mantegazza il 24 luglio 1898.
L'altare maggiore è in marmo e fu eseguito nel 1908. Sopra di esso, in una
nicchia di legno, stava il simulacro di San Luigi, scolpito in legno nel 1898
dalla Ditta Rozzi e Speluzzi; questa statua fu acquistata col concorso di
tutti i sacerdoti diocesani che portavano il nome di Luigi; fu in seguito
sostituita dall'attuale. La volta sopra l'altar maggiore fu decorata nel
1904; al centro reca la miglior pittura esistente in questa chiesa, raffigurante
la "Gloria di San Luigi", opera del pittore milanese Luigi Grossi. Ogni lato
della navata portava cinque vetrate con Santi e figure intere, eseguite nel
1929, e nell'abside vi erano due altre vetrate raffiguranti S.Ambrogio e S.Carlo.
Va notato infine, appena entrati sulla destra, un crocifisso ligneo sulla
cui base sono incise le regole per ottenere un'indulgenza, di duecento giorni,
concessa il 20 giugno 1931 dal cardinale Ildefonso Schuster.