A cura della Fondazione Milano Policroma
Testo di Riccardo Tammaro
Nella zona vicina al Campo Cappelli, negli anni Trenta, oltre al secolare
centro sportivo, si trovavano prati e piccole fabbriche, principalmente
metalmeccaniche
e tessili.
Più in là sorgeva già il quartiere delle vie Palmieri, Barrili, Neera,
destinato ad ospitare i primi immigrati; il suo nome ufficiale era XXVIII
Ottobre, ma i milanesi lo soprannominarono "Baia del Re", in quanto era isolato
nella nebbia e, in quegli anni, avendo la spedizione di Umberto Nobile appena
raggiunto, al Polo Nord, King's Bay (appunto, la Baia del Re), i milanesi videro
una certa qual similitudine.
In questa zona isolata, negli anni Cinquanta, sorse il quartiere Pezzotti,
che prese il nome dalla via intorno a cui si sviluppò; insieme ad esso, nacque
un capolavoro, progettato da Giovanni Muzio nel 1955, di architettura
eclettica: la chiesa dei Quattro Evangelisti, che contiene parecchie opere di
Remo Brioschi.
Guardando la facciata, infatti, si vedono subito le sculture in bronzo dei
Santi Luca, Matteo, Marco e Giovanni; e così pure, di classica e delicata
compostezza, le formelle bronzee sulle porte di ingresso, tutte opere del
Brioschi (suggestive quelle in basso, raffiguranti la vita e la morte).
Sempre sulla facciata, sono degne di nota le torri ottagonali coperte da
cupole di rame, site ai lati della stessa.
Ma è nello splendido interno che il Brioschi dà il meglio di sè, questa
volta nella veste di pittore.
Innanzi tutto, diciamo che chi entra resta colpito dalla bellezza e
dall'armonia del tutto, favorita da una contemporaneità di esecuzione delle
varie opere ma soprattutto da un'omogeneità dello stile.
In tutto ciò, un ruolo fondamentale viene svolto dagli splendidi mosaici
di Trento Longaretti, eseguiti dalla ditta Peresson, con particolare riferimento a
quelli posti sulla parete absidale e sul transetto, di cui diremo in seguito,
ma anche da quelli siti nelle cappelle laterali.
Vale la pena ricordare, a questo punto, la costante e pregevole opera di
Trento Longaretti nelle chiese di Milano, tuttora visibile in parecchie chiese
degli anni '50 e '60 del ventesimo secolo. A titolo di esempio si prendano,
oltre alle opere qui descritte, il Cristo Pantocrator e le vetrate in Santa
Maria Goretti, i mosaici nell'abside di San Cipriano, nella chiesa di viale
Corsica e nell'abside di San Martino di Lambrate.
Passando ad esaminare le cappelle, partiamo dalla sinistra, dove
troviamo nell'ordine: un mosaico raffigurante Santa Rita, una bella statua
dedicata al Sacro Cuore di Gesù ed un altro mosaico rappresentante Santa
Teresa di Gesù Bambino.
Nella cappella destra invece si trovano un quadro dedicato a Sant'Antonio,
un bel crocifisso bronzeo di Brioschi, e la delicata tela raffigurante San
Giuseppe, dipinta nel 1956 da Vanni Rossi.
Quest'ultimo artista, anch'egli molto presente a Milano, ha firmato alcune
pregevoli opere del ventesimo secolo milanese, quali ad esempio alcune pale
presenti nella Chiesa del Corpus Domini, dipinti conservati nella cappella di
Fatima della Chiesa dei Santi Nereo ed Achilleo e ancora in San Martino di
Lambrate.
Sulla parete absidale, i mosaici che la coprono interamente
rappresentano i quattro evangelisti; sull'altare, un quadro di Brioschi
raffigura Gesù mentre spezza il pane.
Ma sono le cappelle degli altari laterali del transetto ad attirare
maggiormente l'attenzione, una volta entrati nella chiesa. Essi sono simmetrici,
ed in entrambi si trova una statua bronzea (a sinistra la Vergine Maria, a destra
San Giovanni Evangelista) a cui fanno da cornice cinque quadri della storia
sacra.
Quelli a sinistra rappresentano "Il saluto ad Elisabetta",
"L'Annunciazione", "La Fuga in Egitto", "Le Nozze di Cana" e "La discesa dello
Spirito Santo" e sono opera di Silvio Consadori.
Quelli a destra rappresentano "L'Ultima Cena", "La
Crocifissione", "Pietro e Giovanni vanno al sepolcro", "Maestro dove abiti?",
"Il Battesimo di Gesù al Giordano" e sono opera di Trento Longaretti.
Sulle pareti laterali del transetto, due quadri di grande valore: a
sinistra, un Incontro del giovane ricco con Gesù, sempre del
Brioschi, e a destra, dello stesso autore, un Gesù che prega nell'orto.
Completano il colpo d'occhio le splendide vetrate di Berger.
La chiesa dei Santi Quattro evangelisti
può essere raggiunta con la metrotranvia 15 (partenza da piazza Fontana).
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