La chiesa di Santa Maria del Suffragio

A cura della Fondazione Milano Policroma
Testo di Riccardo Tammaro

La parrocchia di Calvairate diveniva eccessivamente popolata, per cui il prevosto Don Giovanni Riva nel 1889 acquisto', in margine del corso XXII Marzo, circa tremila metri quadri di terreno per la costruzione di una nuova chiesa, di case per i sacerdoti e di edifici per le istituzioni parrocchiali.
L'incarico di ideare la nuova costruzione fu affidato all'arch. nob. Alfonso Parrocchetti. Per sopperire alle spese necessarie contribui' non solo la popolazione, ma anche il Comune, il Regio Economato, il Ministro per il culto e persino la regina Margherita di Savoia la quale, il 10 novembre 1890, si trovava a Milano e visitava la Croce Rossa alla Senavra.
Allora era stata decisa la soppressione del vicino cimitero di Porta Vittoria e si prevedeva che i resti esumati si potessero raccogliere, almeno in parte, nel sotterraneo della futura chiesa. Fu percio' deciso di intitolare quest'ultima a S. Maria del Suffragio, per stimolare i fedeli a pii suffragi pei defunti.
Il 2 novembre 1890 fu posta la prima pietra dal Vescovo Ausiliare Mons. Mantegazza. I lavori, nonostante l'entusiasmo iniziale, procedettero lentamente, fino a subire una sosta. Ma quando il 24 giugno 1893 fu commesso un orribile furto sacrilego nella chiesa di Calvairate, si ridestarono piu' vivi gli entusiasmi e la scintilla suscito' la gran fiamma che avrebbe fatto riprendere piu' alacremente i lavori. La chiesa fu quindi presto condotta a termine e solennemente consacrata dal Card. Andrea Ferrari il 29 ottobre 1896.
Il complesso architettonico e' in stile lombardo-bizantino. La cupola arieggia quella di Sant'Ambrogio. Il campanile e' cuspidale di stile bizantino. Le terrecotte sono sparse a profusione sulle cornici, sulle finestre, sulle porte e su tutte le parti elevate. Tutto questo da' all'assieme una nota caratteristica armonica. La facciata, rimasta a lungo incompiuta, fu costruita per iniziativa di Mons. Giacinto Tredici e fu inaugurata nel giugno 1927. Il disegno approntato
da Mons. Chiappetta (l'artefice di San Camillo de Lellis) fu, per ragioni di economia, alquanto semplificato. E' essa pure di stile romanico-lombardo. Sopra la gradinata, che si eleva con sette gradini dal corso XXII Marzo, si stende uno zoccolo in granito levigato, seguito da tutto il corpo armonico della facciata in marmo Botticino di Brescia e in marmo roseato di Nembro, a strisce alternate, lavorate con sicurezza da Carlo Tarantola di Rosate.
La porta centrale, con strombatura, ornata da colonnine a fascio, e' sormontata da una lunetta in mosaico, rappresentante una Madonna col Bambino, mediatrice di grazia, eseguita dalla Scuola romana del Monticelli, su cartone del Cisterna. Le porte laterali ripetono la centrale in proporzioni minori e nelle loro lunette sta, in mosaico, il monogramma di Cristo e due colombe simboliche. Ai lati della porta maggiore sono due riquadri, con iscrizioni latine dettate da Mons. Galbiati, Prefetto dell'Ambrosiana, ricordanti l'una l'antico cimitero e l'altra la costruzione della chiesa e la nuova facciata.
Nel centro dell'ampio campo sopra la facciata domina un rosone, a doppia ruota, con lo sfondo di vetri colorati. La facciata termina con tetto a tre spioventi: quello della porzione centrale piu' ampio, gli altri, corrispondenti alle navate laterali, di proporzioni minori. Sotto il tetto il cornicione e' ornato di volute floreali e altri elementi decorativi. Nei contrafforti dieci nicchie, disposte a due serie, erano state predisposte originariamente per contenere statue di marmo. Una croce raggiante, di marmo, sovrasta la cuspide terminale. Secondo la concezione del primo ideatore Parrocchetti, la chiesa avrebbe dovuto essere preceduta da pronao a due colonne, che l'insufficienza di mezzi non fece mai erigere.
Internamente e' a tre navate in stile lombardo frammisto a rinascimento, con volte a crociera, colonne a fascio listate bicolori, con capitelli quattrocenteschi, a semplice fogliame incartocciato e svariate finestre circolari e oblunghe. Ha forma di croce latina e nell'incrocio si eleva la cupola, alta 45 metri, con otto aperture trilobate e pennacchi ad archi rampanti, terminanti a forma di acutangolo.
Le tre piccole campate delle navi minori sono divise da intercolonni in granito. Ad esse fanno seguito le cupole, quindi lo spazio dei capicroce e lo sfondo della navata centrale, in cui si aprono gli altari. Il presbiterio e' molto ampio, in forma di un quadrato di quindici metri di lato, ed alle estreme curve si aprono tre grandi finestre. La lunga trabeazione interna recinge la facciata dalla parte superiore. Le finestre, oltre che circolari e oblunghe, sono binate o trilobate. Le cordonature della volta sono decorate da fasce policrome, qua e la' adornate di stelle.
La prima cappella a destra e' dedicata a Nostra Signora della Misericordia, raffigurata in plastica e imitante quella del santuario di Castelleone (in provincia di Cremona). Segue la cappella dedicata a Santa Monica ed a Sant'Agostino; indi la cappella al braccio di croce destro, dedicata a Santa Maria del Suffragio, con un altare in marmo in stile col tempio e la pala d'altare, con le Anime Purganti, dipinta a olio dal Beghe'.
A sinistra, dopo il battistero e l'altarino di Sant'Antonio, v'e' la cappella del Sacro Cuore; al capocroce sinistro la cappella di San Giuseppe, con altare marmoreo. Il maestoso altar maggiore e' ricco di marmi e di bronzi, eseguito su disegno dell'ing. Mons. Chiappetta. Il trittico al centro dell'altare fu dipinto dal Cisterna. Le dimensioni della chiesa sono di 62 metri di lunghezza e 21 di larghezza.