Il Santuario di San Giuseppe

A cura della Fondazione Milano Policroma
Testo di Riccardo Tammaro

La chiesa di San Giuseppe è situata nel centro città a poca distanza da piazza della Scala, in via Giuseppe Verdi. Edificata nella prima metà del XVII secolo, è considerata il capolavoro di Francesco Maria Richini e segna l'inizio del periodo barocco milanese.
Le prime notizie storiche sul complesso di San Giuseppe datano al 1503, quando fu fondato il luogo pio di San Giuseppe su iniziativa del predicatore francescano Francesco di San Colombano. Era governato da dodici uomini eletti (due per ogni Porta della città, con a capo un Priore) e svolgeva attività in campo assistenziale.
Il luogo venne dotato di una piccola cappella eretta in loco a partire dal 1519 su progetto di Girolamo della Porta, con accanto la casa del cappellano; quando San Carlo la visitò nel 1568 e nel 1570 ne riscontrò le dimensioni "anguste" rispetto alle esigenze dei fedeli e la scarsa rispondenza alle norme stabilite dal Concilio di Trento.
Venne così deciso di ampliare e rinnovare la chiesa: i lavori vennero affidati nel 1607 al maggiore architetto milanese del Seicento, Francesco Maria Richini, che per ben un trentennio vi fu presente come progettista e direttore dei lavori.
Benché non ancora interamente ultimata, la nuova chiesa venne solennemente inaugurata il 17 marzo 1616 dal cardinale Federico Borromeo che vi celebrò la prima messa, aprendo ufficialmente al culto la chiesa. I pochi interventi successivi riguardarono la decorazione dell'interno, finché all'inizio del XIX secolo la chiesa venne sconsacrata e nel 1878 venne acquistata dalla Cassa di Risparmio delle Province Lombarde, che aveva eretto la sua sede, la "Ca de' Sass", nello stesso isolato: anziché essere demolita, come si temeva all'epoca, fu completamente restaurata a spese della nuova proprietà e riaperta al culto. Venne eretta a Santuario Arcivescovile il 15 novembre 1931 dal cardinale Ildefonso Schuster.
La facciata, ultimata nel 1630, è divisa su due ordini entrambi scanditi da lesene e colonne: quello inferiore è centrato sull'unico portale della chiesa, mentre ai lati vi sono due nicchie ospitanti statue e sopra il tutto si erge un timpano triangolare; l'ordine superiore è raccordato con la base da due volute e si conclude in alto con un frontone ottenuto dall'inserimento di un timpano stondato in uno triangolare classico, mentre in posizione centrale si trova un finestrone decorato munito di balaustra a colonnine.
La facciata venne poi restaurata in forme neoclassiche nel 1813, da parte di Luigi Canonica, e arricchita con le nicchie che contengono, nel piano inferiore, le statue di San Pietro e San Paolo, del 1829, opere rispettivamente di Francesco Somaini e Giovanni Andrea Piazza, e nel piano superiore le opere eseguite nel 1834 da Luigi Scorzini, raffiguranti i due San Giovanni (il Battista e l'Evangelista). Dello Scorzini è anche il bassorilievo, molto composto e aggraziato, raffigurante la Sacra Famiglia sopra il portale della chiesa, con San Giuseppe in piedi col bastone fiorito (scomparso nel 1957) che protegge Maria seduta col bambino in braccio.
La pianta longitudinale della chiesa si presenta come la composizione di due spazi a pianta centrale: il primo dall'ingresso è costituito da un ambiente a pianta ottagonale ottenuta dal taglio degli spigoli dello spazio quadrato, mentre il secondo, leggermente più piccolo, presenta una pianta quadrata dando luogo ad una croce greca, in cui si aprono la cappella maggiore e due cappelle laterali; i due spazi sono congiunti da un arco.
Del 1630 è il pavimento, dal mobile andamento concentrico, in marmo policromo, anch'esso progettato dal Richini: marmo bianco di Candoglia, marmo nero di Varenna e marmo rosso di Arzo.
L'aula ottagonale è coronata da una cupola sorretta da colonne binate di ordine ionico, realizzate in granito rosa lucidato e poste sui lati obliqui dell'ottagono; nello spazio tra le colonne sono presenti nicchie ornate con statue della prima metà del secolo XIX, sormontate da tribune con balaustra. In quest'aula si trovano due grandi pale: a sinistra lo Sposalizio della Vergine del Ceranino (1629-1630) e a destra la Morte di San Giuseppe di Giulio Cesare Procaccini (1625).
Quanto al presbiterio, il complesso dell'altare maggiore venne realizzato nel 1763-1765 da Isidoro Maria Piana in marmi policromi con aggiunte di pietre preziose, decorato con un bassorilievo nel paliotto e sormontato da una cornice di marmi policromi nella cui nicchia è presente la statua di San Giuseppe, opera di Elia Vincenzo Buzzi, fiancheggiata da due statue allegoriche raffiguranti la Purità e la Verginità, opere di Ambrogio de Paoli, autore anche del citato paliotto dell'altare, raffigurante il Transito di San Giuseppe.
Gli altri due altari, a fianco del presbiterio, risalgono al secondo Seicento milanese, e presentano a sinistra la pala d'altare della Predicazione di San Giovanni Battista, realizzata dal Montalto nel 1666, e a destra la Fuga in Egitto di Andrea Lanzani, eseguita intorno al 1675.

La chiesa è a 100 mt da piazza Scala.