La chiesa di San Giovanni in Laterano

A cura della Fondazione Milano Policroma
Testo di Riccardo Tammaro

Nella elegante piazza Bernini si trova un edificio ecclesiastico risalente agli anni '20 del ventesimo secolo, per la precisazione al 1928, la cui iniziale titolazione fu "Santuario della Madonna del Rosario di Pompei"; esso sorse sull'area dell'antico oratorio dei Santi Fermo e Rustico alle Cascine Doppie, cascine nei cui possedimenti ricadeva parecchio del territorio della attuale zona 3.
In seguito, per un decreto del 1934, essa assunse la sua attuale denominazione di "San Giovanni in Laterano", ereditandola dalla vecchia chiesa che si trovava in centro città, all'incrocio tra la via del Pesce (odierna via Paolo da Cannobio) e l'antica via Tre Alberghi; questa venne infatti abbattuta nel 1936 in adempimento al piano regolatore che avrebbe portato alla scomparsa del malfamato quartiere detto "Bottonuto" e alla costruzione, in sua vece, della via Larga (originariamente parte della famigerata "racchetta" che secondo gli urbanisti littori avrebbe dovuto congiungere corso Venezia a corso Magenta sventrando il centro) e degli edifici che la circondano. Da quella chiesa provengono pure alcune tele, confessionali ed un altare in marmi policromi.

Tornando alla chiesa odierna, essa venne ampliata negli anni '60 in quanto l'idea di costruire in piazza Leonardo da Vinci una nuova chiesa da dedicare a "Maria Regina Pacis", proposta nel 1939 da Giuseppe Mazzucchelli, e sul cui progetto lavorò il noto architetto Giovanni Muzio, non venne realizzata.
Invece nella chiesa di piazza Bernini il 27 gennaio 1963 veniva inaugurata la cripta; in seguito, negli anni 1964-65, la chiesa venne ampliata nel suo lato prospiciente via Nöe con la costruzione della cappella detta "di San Giuseppe"; vennero inoltre costruite la balconata, l'abside, la sacristia e parte della casa parrocchiale.
Sempre a quel periodo risalgono i finimenti alla cappellina del Battistero, eseguiti in tempo per la Pasqua del 1964, ed il restauro della pala del Sacro Cuore, pregevole opera del noto pittore Fossombrone.
Altre migliorie intervenute nel frattempo sono la costruzione dei due transetti e quella della cappellina del Crocifisso, ricavata subito a destra dell'ingresso principale (cioè quello dalla piazza Bernini) su progetto dell'architetto Buttafava.

Per quanto riguarda l'esterno, rispetto alla struttura originaria è senz'altro migliorato, movimentato da un certo gioco di volumi, specie con l'ampliamento delle fiancate e con il pronao, che ha proporzionato le dimensioni. Il cotto all'esterno poi, opportunamente applicato, ha dato una definitiva veste al complesso architettonico.
Detto di come si presenta la chiesa dall'esterno, passiamo ora a visitarne l'interno.

Oltre alle opere già citate, sono degne di nota le due tele nel presbiterio, dove un sapiente gioco di luci proietta il crocifisso sulla parete di fondo rendendo l'idea della triplice crocifissione sul Golgota.
Sulla parete di destra, di fronte alla citata opera del Fossombrone, si trova un altare marmoreo che incastona un dipinto della Vergine Maria in trono.
Nel transetto sinistro, oltre ad un'interessante tela, si trova una seicentesca scultura in terracotta raffigurante la Pietà. Nel transetto destro, insieme alla tela raffigurante la Sacra Famiglia, si trovano la via Crucis ed una cappelletta con dipinti di Santi.
Appena a destra dell'ingresso, infine, la citata cappellina del Crocifisso, con zoccolo in marmo di Candoglia, ospita un quadro raffigurante il Battista, opera del pittore Giorgio Carpanini realizzata nel 1981; per quanto riguarda questo artista vale la pena di ricordare che i suoi inizi possono essere ricondotti alla mostra collettiva (I Mostra Nazionale d'Arte Contemporanea "Aprile Milanese") che si svolse alla Villa Reale di Milano nel 1948; in seguito egli espose nel 1951 a Roma, nel Palazzo delle Esposizioni, nella VI "Quadriennale Nazionale d'Arte", e nel 1955 alla VII di tali Quadriennali; a Monza invece espose nella Villa Reale nella III "Mostra Nazionale di Pittura Premio Città di Monza" nel 1956; nel 1957 ancora a Milano, nel Circolo della Stampa, nell'esposizione "La 1^ Mostra dell'autoritratto", e poi nelle mostre degli anni seguenti, tra cui vale la pena di citare la III mostra collettiva "Mostra d'arte contemporanea" a Milano, a Palazzo Reale, nel 1966.