A cura della Fondazione Milano Policroma
Testo di Riccardo Tammaro
Nel tranquillo borgo di Rogoredo, cui in un passato recente si è aggiunto un nuovo quartiere abitativo, si trova una chiesa risalente a novanta anni fa: la Sacra Famiglia di Rogoredo. In questo articolo ne tracceremo la storia, mentre nel prossimo ne descriveremo gli aspetti artistici e architettonici.
La prima pietra della costruenda chiesa fu posta dall'Arcivescovo di allora,
il Cardinal Ferrari, il 4 novembre 1905. Dopo sei anni esatti di lavoro, il 5
novembre 1911, la Chiesa fu consacrata e dedicata alla Sacra Famiglia. Per
poter diventare parrocchia, però, la comunità dovette aspettare
il 3 luglio 1915, quando ebbe il "via libera" arcivescovile, mentre per quello
regio bisognerà aspettare fino all'11 aprile 1918.
Il primo parroco fu don Ludovico Gasparoli, cui spettò il compito
più difficile: quello di costruire la comuità cristiana. A
ciò si aggiunse il fatto di avere dovuto attraversare la prima guerra
mondiale, durante la quale il parroco, pur essendo in età alquanto
avanzata, non si risparmiò nell'aiutare i parrocchiani, e si
distinse nell'avere sempre una parola di consiglio e di conforto per tutti.
Quando nel 1920 don Gasparoli rassegnò le dimissioni, gli
subentrò don Luigi Rigamonti, trentacinquenne proveniente da Bellano.
Sotto la sua guida avvennero alcuni fatti importanti per la comunità.
Anzitutto, nel 1921 venne terminato il campanile (fatto salvo per l'orologio
che venne aggiunto nel 1932); all'inaugurazione partecipò l'allora
Arcivescovo di Milano, Card. Achille Ratti, futuro Papa Pio XI.
Poi, nel 1923, contestualmente al passaggio di Rogoredo sotto il
comune di Milano, la parrocchie fu elevata a prepositura ed inglobò le
frazioni di San Martino e Triulzo Superiore (attualmente nel comune di San
Donato, nei pressi del capolinea della linea tre della metropolitana).
Inoltre, nel 1925 la chiesa si arricchì di una nuova cappella, dedicata
a Maria Ausiliatrice, come segno di ringraziamento per la protezione concessa
sui combattenti della prima guerra mondiale ed invocata dalle mamme di Rogoredo.
Nel 1931, infine, l'altare di legno venne sostituito con uno di marmo.
Il periodo tra le due guerre a Rogoredo fu caratterizzato, oltre che da una
ripresa dell'attività industriale, da una serie di iniziative a carattere
sociale, quali l'apertura di un asilo e l'organizzazione di una "settimana
sociale", evento culturale composto da varie conferenze, nelle quali iniziative
si distinse il Prevosto Don Luigi Rigamonti, che ottenne anche una benemerenza
dal Comune di Milano.
Superata indenne la seconda guerra mondiale, per riconoscenza i parrocchiani
di Rogoredo e zone limitrofe rinnovarono la Cappella di Maria Ausiliatrice, ove
venne posto un altare in marmo bianco e vetrate rappresentanti mamme e soldati
con doni votivi.
Gli anni del secondo dopoguerra, detti anche della ricostruzione, videro
la parrocchia particolarmente impegnata in opere di carità. Tra i
giorni da ricordare di questi anni, vi è senz'altro il 27 maggio 1957.
In qualla data infatti Don Luigi Rigamonti festeggiò i suoi cinquant'anni
di sacerdozio, alla presenza dell'allora Arcivescovo Cardinal Montini. Ed in
quello stesso anno, Monsignor Rigamonti fece dono alla parrocchia dell'organo
che ancora oggi fa risuonare nella chiesa armoniose musiche.
Il 30 novembre 1966, all'età di ottantuno anni, Mons. Rigamonti
rassegna le dimissioni da parroco; morirà un anno dopo, il 23 novembre
1967, tra le preghiere della comunità di Rogoredo.
Gli subentra don Giovanni Villa, che già svolgeva a Rogoredo le
funzioni di coadiutore da circa un anno e mezzo. La principale opera che
compì, in pieno spirito conciliare, fu dotare la parrocchia di locali
ove svolgere attività diverse dalle funzioni religiose (catechistiche,
etc.) Inoltre, in considerazione dell'aumento del numero dei fedeli, si fece
promotore della costruzione di una piccola chiesa in località San
Martino, onde facilitare gli abitanti di quella frazione, alquanto distante
dalla chiesa parrocchiale.
Un improvviso ematoma cerebrale, nell'agosto 1978, costringe don Villa a
letto, a causa di una paralisi della parte destra del corpo; coadiuvato da
altri sacerdoti, si riprenderà, ma nel febbraio 1981 rassegnerà
le dimissioni.
Gli succede don Giovanni Battista Marelli, parroco fino a pochi anni fa,
quando subentra Don Maurizio Pezzoni, attuale parroco.
L'opera di Don Marelli si orienta alla cultura: infatti tra le sue
realizzazioni troviamo il settimanale "Le Campane di Rogoredo", ben più
di un "foglio domenicale", come lo definiva don Marelli, e poi l'istituzione
del "Palio delle contrade", con corteo storico per le vie di Rogoredo; ed
infine la produzione di un libretto dedicato alla parrocchia, che mi è
stato di aiuto per la stesura degli articoli, e del cui dono ringrazio don
Pezzoni.
Dal punto di vista della chiesa parrocchiale l'opera di don Marelli porta
alla ripulitura della facciata, vittima ahimè dello smog, ed al
restauro degli interni, che inizia con la ripulitura delle pareti delle navate
laterali e prosegue con il rifacimento del pavimento e con l'abbellimento
del battistero.
Questo ci introduce agli aspetti artistici e architettonici della chiesa
che, come anticipato, esamineremo nel prossimo articolo.