La chiesa di Santa Croce - parte I

A cura della Fondazione Milano Policroma
Testo di Riccardo Tammaro

Muovendosi dalla cascina Rosa, cui abbiamo dedicato numerosi articoli, verso il centro della città, si costeggia da nord il viale Argonne, ad esempio percorrendo la via Amadeo, al cui angolo con via Ajaccio si trova ancora una torre littoria con orologio.
Ma rientrando in città. giunti al viale Romagna, vale la pena di fare una sosta alla Chiesa di Santa Croce, sita in via Sidoli al civico 6.
Per prima cosa occorre ricordare che la via Sidoli è un'ampia arteria cittadina utilizzata per l'accesso in città da parte di chi proviene dal viale Argonne, ma deve questa sua larghezza non a precisi calcoli urbanistici bensì al passaggio nel bel mezzo della sua carreggiata (allora uno sterrato polveroso) della ferrovia che univa la Stazione Centrale (all'inizio del ventesimo secolo) a Bologna e Genova; il suo tratto successivo verso l'esterno, tramite le odierne vie Dall'Ongaro e Battistotti Sassi, portava a Rogoredo, mentre verso la stazione coincideva con i viali Gaio, Giustiniano e Regina Giovanna (che all'epoca erano un'unica strada, la via Pini) per ricongiungersi a quello che ai nostri tempi chiamiamo "Passante ferroviario" (di fatto, la ferrovia di superficie è stata riproposta interrata 100 anni dopo).
Ma torniamo alla chiesa: ho parlato della ferrovia perchè si trovano ancora fotografie in cui davanti all'edificio sacro passano i binari delle ferrovie, il che lascia intuire un frequente transito di treni a pochi metri dalla facciata.
Questo fu reso possibile dal fatto che all'epoca la zona era abitata solo in maniera rada: ancora cento anni fa la situazione in quel quartiere vedeva la presenza solo dei manovali chiamati a costruire le infrastrutture e le abitazioni milanesi, tanto che la prima edificazione in loco fu proprio il "Pensionato Operaio", in seguito convertito in Pensionato per studenti; a fianco fu costruita una Sala Polivalente ad essi dedicata, e per farlo venne riutilizzato un padiglione di quelli dell'Esposizione Universale del 1906, chiamato "la rotonda" (seppure di forma ottagonale), che fu succssivamente trasformato in Cappella, ed ospitò il quadro della "Madonna del Perpetuo Soccorso" che oggi si trova nel transetto destro della chiesa, ed è tuttora oggetto di particolare devozione. Oltre a parlarsi infatti di grazie da esso concesse, come testimoniato dagli ex-voto, il quadro, di scuola greca (forse opera di Andrea Rizo da Candia, quattrocentesco pittore di icone) e donato al fondatore della comunità dei Frati Stimmatini (originatori della comunita), San Gaspare Bertoni, dalla Confraternita della Santissima Trinità di San Babila, viene portato tuttora in ostensione ogni anno, il 31 maggio, durante una processione che si snoda per le vie del quartiere.

Passiamo allora a parlare della costruzione della chiesa, fortemente voluta dall'allora Arcivescovo di Milano, il Cardinal Ferrari: la prima pietra fu posta il 28 settembre 1913 in occasione del sedicesimo centenario dell'Editto di Costantino. Questa chiesa infatti, dedicata alla Santa Croce, si può considerare un vero e proprio edificio tematico, in cui ogni opera parla della Croce, in modalità differenti ma armoniche, come vedremo.
Il motivo per cui Costantino richiama la Croce, come noto, è la famosa visione avuta dall'Imperatore ("In hoc signo vinces", ossia "Con questo segno vincerai"), prima della battaglia di Ponte Milvio contro Massenzio; questo episodio è ripreso anche negli affreschi dell'abside della chiesa stessa, sul lato sinistro guardando l'altar maggiore.
E allo stesso tema si può riportare la statua in bronzo antistante la chiesa (e sita sullo spartitraffico centrale della via), che raffigura Costantino con la spada e la croce.
Proseguendo con la storia di questo edificio sacro, un'altra data importante è il 23 dicembre 1917, data in cui la chiesa venne benedetta, ossia fu consentito di celebrarvi riti sacri, seppure, come Fratel Ferdinando, mio cortesissimo cicerone nella visita alla chiesa, mi raccontava (non perchè presente all'epoca, ma perchè autore di un libro sulla storia di questa chiesa), il pavimento non era ancora stato steso e le finestre non avevano i vetri. Fu quindi eretta in parrocchia il 9 febbraio del 1920.
A causa anche dell'avvento del fascismo, occorse poi attendere il 3 maggio 1940, affinchè l'allora Arcivescovo di Milano, il Cardinale Schuster, consacrasse la chiesa; a seguito poi della riforma liturgica prevista dal Concilio Vaticano II, l'altare venne spostato dal ciborio e posizionato nel presbiterio "coram populo" (e restaurato) negli anni Sessanta del ventesimo secolo, e fu così necessaria una nuova consacrazione, che ebbe luogo il 18 marzo 1968.
Nei prossimi articoli esamineremo la chiesa dai punti di vista artistico e architettonico e vedremo come questi siano stati messi a servizio del significato religioso.