Il borgo di Quintosole (I)

A cura della Fondazione Milano Policroma
Testo di Riccardo Tammaro

Questa breve descrizione del borgo di Quintosole vuole solo inquadrare l’ambito storico dello stesso; nel prossimo articolo entreremo un po’ più nello specifico del borgo e delle cascine ad esso pertinenti.
Anzitutto il nome indica la distanza dal centro di Milano, come tipico dei nomi attribuiti dai Romani: si tratta di 5 miglia (un altro esempio non distante è Quinto de’ Stampi); per quanto riguarda il “Sole”, nonostante la vicinanza con l’abbazia di Mirasole, che farebbe pensare a un riferimento all’astro splendente, il nome deriverebbe, secondo Dante Olivieri, autore del “Dizionario di toponomastica lombarda”, da “Quintizzoeul”, cioè “piccolo quinto”, da cui per corruzione Quintosole.
Dal punto di vista delle fonti che lo citano, Quintosole fu nominato per la prima volta nel 1346; in seguito, nell'ambito della suddivisione del territorio milanese in pievi, appartenne alla pieve di San Donato, la quale, attestata per la prima volta nel X secolo, venne ampiamente descritta anche da Goffredo da Bussero nel XIII secolo. Seguì un periodo di prosperità, in quanto nel XV secolo la canonica di San Donato Milanese disponeva di un prevosto e di sette canonici che si occupavano della cura d'anime delle sette chiese parrocchiali sottoposte al governo della pieve sandonatese.
Nel XVII secolo il comune di Quintosole, che contava soli 200 abitanti, era amministrato insieme al confinante comune di Salvanesco (o Selvanesco), che fu inglobato nel 1757.
In seguito, in età napoleonica (tra il 1808 e il 1816), Quintosole fu aggregata a Milano, ma recuperò l’autonomia con la costituzione del regno Lombardo-veneto. Nel 1861, all’atto dell’Unità d’Italia, il comune di Quintosole contava 928 abitanti; nel 1869 fu aggregato a Vigentino per Regio Decreto (n.4824 del 17 gennaio 1869), ed a sua volta Vigentino fu annesso a Milano nel 1923, come tutti i suburbi.