Il borgo dell'Ortica - la parte rurale

A cura della Fondazione Milano Policroma
Testo di Riccardo Tammaro

In questo articolo esamineremo l'aspetto rurale del borgo dell'Ortica, andando a visitare le cascine prospicienti la via Corelli, e site a poca distanza dal centro dell'abitato (che ricordo corrispondere con la piazzetta dove si trova la chiesetta-santuario cui dedicherò i prossimi due articoli).
Osservando le mappe del diciannovesimo secolo, infatti, si può notare la presenza di edifici rurali che si affacciavano sulla strada per Treviglio (l’odierna via Corelli) e che facevano riferimento all’Ortica.

Iniziamo con la Cascina Villa Landa, che forse era in origine un borgo medievale (Villa Adrado nel 1170, Villadelardi nel 1212), scomparso con la chiesa di Sant’Antonino, ivi citata alla fine del Duecento. Sita al civico 142 della via Corelli, Villa Landa risulta già nella mappa della Pieve di Segrate del 1569 e nella successiva carta seicentesca del Claricio. Il catasto teresiano la raffigura di fianco alla cascina Case Nuove (di cui parleremo tra poco) tra una distesa di prati. La proprietà è costituita da due corpi ad L (uno dei quali di dimensione maggiore rispetto all’altro) che si affacciano su aree di pertinenza distinte, separate dalla via Salesina ed oggi appartenenti a due diverse proprietà.
La cascina è attualmente in condizioni alquanto degradate, in quanto già dagli anni ’70 del ventesimo secolo buona parte degli edifici erano stati demoliti oppure erano crollati. In seguito, dopo la demolizione dell’edificio sul fronte nord, adibito a stalle, non sono più stati visibili neppure gli elementi costitutivi della grande stalla: le finestre, ricavate sul muro di cinta in corrispondenza delle mangiatoie, e le basi dei pilastri dalle quali era possibile individuare lo schema strutturale dell’edificio che delimitava il lato nord della corte. Sul lato sud non si notano più neppure i resti di un rustico crollato di schianto nel 1975, a causa, pare, di un aereo decollato dal vicino aeroporto di Linate. Dell’antica struttura rimane il corpo delle abitazioni, con annessi alcuni locali per magazzini e depositi, che si affaccia sulla via Salesina, in buone condizioni. Di fronte ad esso, la cascina detta Villanda su alcune carte, e Villa Landa II su altre, in realtà parte orientale della Villa Landa, vanta uno stato di conservazione decisamente migliore, ed è anch’essa abitata. Spostandosi poco a sud, al termine della via omonima, si trova la cascina Salesina (il cui nome deriverebbe dal “salice”), all’interno del territorio del Parco ma di proprietà privata, che è utilizzata per attività agricole e come residenza del contadino. Essa consiste di numerosi edifici, di epoche diverse, posti attorno all’aia centrale; l’edificio più antico è lievemente obliquo rispetto al perimetro dell’aia.

Proseguiamo questo excursus con la cascina Case Nuove, sita in via Corelli al civico 124, e quindi leggermente più vicina all'Ortica rispetto alla precedente. Essa sorge infatti in corrispondenza con il Centro Sportivo Saini. Nel settecentesco catasto teresiano la cascina appare costituita da un solo edificio in linea sulla strada per Treviglio, come la vicina Villa Landa; nell’ottocentesco catasto Lombardo-veneto due ali di stretti rustici si aggiungono all’edificio preesistente, formando una corte costruita su tre lati e chiusa a sud da una recinzione; all’interno della corte è visibile anche il fabbricato della stalla.
L’impianto planimetrico della cascina quindi è quello tipico: uno spazio quadrangolare attorno al quale sono disposti gli edifici. Sul lato ovest si trova il porticato per il deposito degli attrezzi; sul lato nord, che è collegato al deposito, sono sistemate le abitazioni con il portone di ingresso che dà sulla via Corelli; sul lato est si trova la stalla e sul lato sud vi è un muro di cinta con un secondo ingresso e non sono più visibili le tracce di un rustico abbattuto negli anni ’70 del ventesimo secolo, che completava la disposizione degli edifici attorno alla corte.
In particolare il lato ovest è stato ricostruito nel 1970 da un gruppo di famiglie che vi operavano nell’ambito della prevenzione dell’emarginazione minorile, mentre il corpo sito a nord, risalente al Settecento, è quanto risulta dal recupero architettonico di una casa di campagna costruita a fianco ad un oratorio coevo.

Sempre sulla via Corelli, al civico 37, ricordiamo la Cascina dell’Oppio, da tempo immemorabile sede di un locale di ristoro: posta non lontano dalla Polveriera Austriaca ormai scomparsa, il Maresciallo Radetzky vi pranzava quotidianamente, ed è tuttora in attività; così pure merita di essere citato il Mulino della Composta, al civico 34 di via Corelli, di poco a sud, posto a cavallo di una derivazione del Lambro che lo alimentava, come testimonia una pala tuttora presente sull’edificio. Qualche anno fa alcuni comparti edificati erano in fase di ristrutturazione, mentre i restanti ambiti erano ad uso deposito e artigianato.