I luoghi di culto a Morsenchio: la storia

A cura della Fondazione Milano Policroma
Testo di Riccardo Tammaro

Lungo la via Bonfadini, ancora ben conservato sorge il borgo di Morsenchio. In esso fu sempre molto viva la devozione Mariana, come testimoniano numerose fonti.
In questi due articoli percorreremo un excursus storico ed artistico che ci porterà dal 1200 all'attuale parrocchia della "Beata Vergine Addolorata in Morsenchio", situata tra la suddetta via ed il viale Ungheria.

Già nel tredicesimo secolo la storia ci informa di una chiesetta dedicata alla "Beatissima Vergine Maria": una fonte tramanda che il luogo di culto, "bianco e di buona fattura, è ben tenuto e abbellito all'interno con pitture".
In questa chiesetta si celebrava la Messa, e nei giorni festivi vi si teneva la catechesi; pare che il luogo fosse all'epoca molto frequentato; attorno a questa area, inoltre, si trovava un piccolo cimitero.
Si tramanda poi che nel 1571 vi si recò in visita pastorale San Carlo, Arcivescovo di Milano.
La chiesetta era situata nel borgo di Morsenchino, proprio di fronte alla casa che oggi si trova in via Bonfadini al civico 89, e che è lo stesso fabbricato dell'epoca. Allora, vi si trovava una fiorente osteria, della quale era proprietaria la famiglia Borromeo di Peschiera. Della chiesetta non si hanno più notizie dal 1750.

Poco dopo, però, tra il 1770 e il 1775, poco distante, nel perimetro della cascina Morsenchio, e più precisamente in un suo angolo esterno, venne costruita una nuova chiesetta.
Era una costruzione lunga più di quattordici metri e larga oltre sei. L'esterno era esteticamente modesto, ma l'interno, che aveva un'unica navata con volta a botte, era alquanto aggraziato. Alle pareti erano appesi quadri che raffiguravano i dodici apostoli, mentre, dietro l'altare, un grande dipinto rappresentava la "Madonna Addolorata" con il cuore trafitto da sette spade.
Purtroppo questo edificio sacro, e con esso tutta la cascina, venne abbattuto nel 1960, per far posto a nuovi capannoni della Montedison che si stava espandendo, nonostante l'opposizione del primo parroco della nuova parrocchia, anch'essa dedicata all'Addolorata, che stava in quegli anni prendendo forma.
Nel 1953, infatti, il Piano Regolatore prevedeva un forte sviluppo abitativo in quest'area, e conseguentemente la Curia di Milano fece erigere una Cappella provvisoria, la cui dedicazione era stata mantenuta alla "Beata Vergine Addolorata". Questo edificio, tuttora visibile, venne in seguito adibito a palestra, una volta completata la chiesa definitiva; nel frattempo, progettata dall'architetto Giò Ponti, fu edificata anche la casa parrocchiale.

Nel 1956 venne chiamato a condurre il complesso padre Marco Scandroglio, vicario oblato, ma il primo parroco della comunità fu Don Ferdinando Frattino, che il 15 agosto 1956, designato dall'Arcivescovo Montini, assunse il vicariato parrocchiale che divenne definitivo nel 1960.
La parrocchia neocostituita nel 1956 contava già 1417 abitanti, per cui nella succitata cappella provvisoria i posti erano insufficienti; nella casa parrocchiale si svolgevano anche le attività oratoriane, seppur compresse negli esigui spazi.
Questa ristrettezza di risorse spinse don Ferdinando a stringere i tempi per la costruzione della chiesa parrocchiale (e ne ebbe ragione, se si pensa che nel 1962 la parrocchia avrebbe contato sedicimila residenti!).

Ma come partì concretamente la costruzione della nuova chiesa? Innanzi tutto va ricordata la munificità della signora Farina, vedova Cabassi, che era la maggior proprietaria di questi terreni agricoli, che donò alla Curia ben diecimila metri quadri di terreno per costruire la nuova chiesa. Poi va ricordato Monsignor Villa, architetto della Curia per le Nuove Chiese, cui fu affidato il progetto.
La chiesa venne concepita a forma di croce latina, a navata unica e con le due braccia laterali molto capienti; sul campanile, come si può vedere tuttora, fu progettata una croce slanciata ed originale.
Nel prossimo articolo esamineremo la storia della parrocchia, dalla sua costruzione fino ai nostri giorni, e la sua connotazione artistica.