Il borgo di Morivione (II)

A cura della Fondazione Milano Policroma
Testo di Riccardo Tammaro

Nello scorso articolo abbiamo ripercorso la storia di Morivione dalle origini fino ad oggi, vediamo allora che cosa rimane ai nostri giorni degli edifici che costituivano questo borgo.
Anzitutto l’area prospicie sulla forcella tra la via dei Fontanili e la via Verro, e si può iniziare la visita arrivando dalla via Bazzi, al recente incrocio con via Spadolini, ove sorge un agglomerato di edifici ad uso officinale di antica data, come conferma il piano delle costruzioni ribassato rispetto al livello stradale, Girando a sinistra al successivo semaforo, nel mezzo dell’incrocio si trova una cappella dedicata negli anni ’20 ai caduti della Prima Guerra Mondiale e intitolata “AI PRODI DI MORIVIONE”, come riporta l’incisione in essa presente; vi si trovano due lapidi, una per lato, ove sono riportati grado, nome e cognome, unitamente a una fotografia, dei soldati originari del borgo e periti in guerra; ed è ancora visibile il simbolo del fascio. La cappella ha due colonne con capitello, su cui poggia un arco; questo è a sua volta sormontato da un timpano che regge una croce; all’interno si trova una tela raffigurante la “Vergine con Bambino”; la cappella è stata restaurata nel 2011, anche grazie al contributo degli abitanti del borgo.
Sul lato sinistro guardando la cappella si trova un cippo stradale che indica la biforcazione tra le attuali vie Fontanili e Verro, già esistente nei secoli passati: seguendo la strada sulla sinistra, si giunge a Vigentino, seguendo quella sulla destra si giunge a Castellazzo; abbiamo già incontrato entrambi questi borghi nella nostra espolorazione delle cascine della zona, quindi non ne riparlerò.
A proposito di testimonianze rurali o comunque passate, sulla via Verro si possono notare i civici 2 (appena dopo l’ex bocciodromo) e 6, con un interessante cortile. Prendendo invece per via dei Fontanili, il calibro stradale si restringe, e gli edifici appaiono decisamente più antichi di quelli circostanti; in particolare, per quanto riguarda quelli ad uso civile, sulla destra si fa notare il civico 4, con portone ad arco nel cortile, androne con travi in legno (una delle quali visibile sulla facciata stradale) ed una piccola bottega con infissi in legno antico, tra cui una trave al di sopra dalla porta e della piccola vetrina.
Di fronte, invece, si nota subito una chiesetta, di piccole dmensioni ma di antica tradizione. Si tratta dell’antico oratorio della Sacra Famiglia di Morivione, edificio quattrocentesco restaurato qualche anno fa dopo che per decenni era stato trascurato; la porta in legno è contornata da uno stipite in marmo, al di sopra del quale una vetrata policroma fa da sfondo a una croce lignea; adiacente alla parete destra, la coeva casa parrocchiale è stata ristrutturata in epoca recente.
All’interno la chiesetta, che fu proprietà dei Conti Greppi, conserva un rilievo in marmo di Carrara che raffigura una Madonna con Bambino, San Giuseppe, la Colomba e, in alto, il Padreterno tra gli Angeli.
Percorrendo ancora un tratto della via dei Fontanili, prima di giungere alla Cascina Giretta, di cui abbiamo già parlato, sulla sinistra si può costeggiare la Vettabbia seguendo la via Corrado II il Salico (da cui si diparte la via Morivione, poco avanti sulla destra); se invece si volta a sinistra e, superato il ponte, si percorre la pista ciclopedonale che costeggia la roggia da nord, è possibile vedere le case di Morivione che si affacciano sull’acqua.