A cura della Fondazione Milano Policroma
Testo di Riccardo Tammaro
Nel borgo di Metanopoli, che abbiamo visitato nello scorso articolo, si trova una grande opera artistica moderna. Si tratta della chiesa di Santa Barbara Vergine e Martire, prospiciente la vastissima piazza dal medesimo nome, dotata di ampio sagrato e situata sul lato destro del viale De Gasperi.
Voluta dal fondatore dell’Eni, Enrico Mattei, e progettata dall'architetto Bacciocchi, la chiesa è entrata in funzione alla fine del 1955, divenendo sede di parrocchia prepositurale il 15 giugno del 1963, per decreto del Cardinale Arcivescovo Giovambattista Montini che solo sei giorni dopo veniva eletto Papa con il nome di Paolo VI. Tra i primi sacerdoti che vi risiedettero ci fu anche, alla prima esperienza, quel don Luigi Gilardi che avrebbe trascorso più di quindici anni a Sant'Andrea, un'altra parrocchia legata alla nostra zona.
La facciata in cemento armato mostra pareti esterne lisce, essenziali, spartite in pannelli con decorazioni marmoree dalle tenui cromie su disegni geometrici, per una facciata che si richiama alle cattedrali policrome toscane. E con quelle guglie che certamente sono un contributo al duomo milanese, il tetto è a capanna con uno snello campanile rivestito in pietra naturale, alto 45 metri, sulla destra, e un Battistero decagonale in pietra viva, poco discosto, sulla sinistra.
La statua di Santa Barbara riceve i pellegrini all’arrivo, essendo posta sullo spigolo della vasta gradinata che precede la chiesa; si tratta di una scultura marmorea di Aldo Caron in cui trovano equilibrio la scelta delle forme astratte e il richiamo alla figura umana. Prima di entrare occorre anche osservare i portali bronzei: sulla porta centrale, opera degli scultori Arnaldo e Gio' Pomodoro, si legge una Storia della Santa Patrona scolpita nelle formelle, mentre scene del martirio della santa erano raffigurate nelle porte laterali, opera di Emilio Greco, non più visibili.
All’interno, a navata unica, una lunga balconata si sviluppa sulle pareti laterali su cui si aprono le cappelle. Un ampio presbiterio è dominato dall’immensa “Crocifissione” (o "Calvario"), capolavoro del pittore Fiorenzo Tomea, che occupa la parete di fondo assolutamente piatta della navata centrale. Questo mosaico non è stato realizzato direttamente sulla superficie verticale, una parete di 700 mq., ma è costituito da moduli eseguiti a terra e poi assemblati, ed è bene illuminato dal sovrastante lucernario che spegne i suoi raggi nel cielo radioso e azzurrino che fa da sfondo alle 3 croci.
Dirimpetto a quest'opera, sulla controfacciata, una vetrata di Rizzo con il tema della Resurrezione del Signore completa la rappresentazione del mistero pasquale.
La decorazione del soffitto a tarsie lignee è opera di Andrea Cascella ed è costituita da pannelli con immagini paleocristiane stilizzate.
L’occhio corre poi agli arredi dell’altare, opere giovanili di Arnaldo e Giò Pomodoro, ovvero un tabernacolo in legno antico con piccoli pannelli in rame scolpiti, e due massicci candelabri. Lo stesso altare dell’area presbiteriale, imponente, è rivestito di mosaico veneziano d'oro; sottostante ad esso un’arca in marmo giallo conserva, all’interno d’una bronzea raggiera, la reliquia di Santa Barbara. La grande Via Crucis collocata nelle pareti laterali è composta di quattordici bronzi scolpiti da Pericle Fazzini.
Nelle tre cappelle di destra, in ordine di successione, troviamo: un San Giuseppe in bassorilievo ligneo di Ilario Rossi, tre statue in bronzo di Augusto Perez (un Sacro Cuore di Gesù, un San Francesco e Santa Caterina) e il dipinto della “Madonna con bambino fra gli Angeli” di Bruno Cassinari. Nelle cappelle di sinistra, nella seconda c'è un “Sant’Antonio che predica alle rane” in pannelli dipinti da Franco Gentilini, e nella terza una tela planisferica con la Santa Barbara dipinta dal Boccardo.
L’ambone ha uno smalto su rame di Cappello raffigurante i quattro Evangelisti, mentre una scultura in legno rappresentante la "Madonna con Bambino" del Melzi, anch'essa ornata nel piedistallo da uno smalto in rame ispirato questa volta all'"Ave Maria", si affaccia dalla gradinata che sale al presbiterio.
Nella sacristia, nella casa parrocchiale e nel battistero esistono altre opere significative e nel tempo natalizio è possibile anche ammirare, sul lato destro del presbiterio, un presepe realizzato nel 1962 dallo scultore Eugenio Tomiolo con 58 statue in legno di pino cembro dipinto a tempera antica.
Concludiamo con una considerazione: tratto singolare di questa chiesa del Bacciocchi è aver concepito tutto il piano dell’opera, dalla pianta alla dotazione dell’altare, come un tutto unico, considerando il tempio come luogo privilegiato per accogliere in una sintesi armoniosa le diverse forme d’arte. Termina così la nostra visita a Metanopoli, borgo fornito di interessante architettura e, nel caso della chiesa, anche di pregevole arte moderna.