A cura della Fondazione Milano Policroma
Testo di Riccardo Tammaro
Nello scorso articolo abbiamo ripercorso la storia del borgo di Macconago, ed ora ci accingiamo a visitarlo in questo e nel prossimo articolo. Arrivando da via Ripamonti, occorre svoltare a sinistra (dal centro città) appena dopo l’Istituto Europeo Oncologico già citato nello scorso articolo (da fuori città si svolta a destra al semaforo seguente quello della Casa Circondariale di Opera). Una volta entrati in via Macconago, sulla sinistra troviamo i recenti edifici dello IEO, che non devono però distogliere la nostra attenzione dagli edifici presenti sul lato sud della strada, iniziando con quello posto sull’angolo e prossimo a demolizione per l’allargamenteo di via Ripamonti. Si tratta della Scuola Ebraica del Merkos, o meglio dell’edificio che per diversi anni la ospitò. Gestita dal 1961 dal Centro per l’Educazione Ebraica (in ebraico, il Merkos l’Inyonei Chinuch), questa Scuola ebraica comprende gli indirizzi di materna, elementare e media, e propone un modello formativo all’insegna dell’integrazione, avendo lo scopo di educare i bambini secondo i valori e la cultura dell’ebraismo, ma offrendo parallelamente un ciclo di studi in linea con i programmi ministeriali. Per numerosi anni essa fu situata nella sede in via Macconago 2, salvo poi trasferirsi alcuni anni fa nell’edificio scolastico in via Anemoni 8, sede di una scuola elementare comunale.
Entriamo a questo punto in Macconago Piccolo, come ricorderete la parte dell’abitato più prossima a via Ripamonti, ed i primi edifici rurali che troviamo sulla nostra destra ospitano il Centro Ippico Milanese. In realtà, la scuola di equitazione qui è attiva dal 1970, per cui ha una lunga tradizione, che attualmente viene portata avanti da questa realtà sportiva. Circondato da campi verdi e piante in fiore, il centro può offrire paddock, giostra, maneggi coperti, lampada, campi ostacoli ed altre strutture. Lungo la via Macconago si trovano la Club House e le scuderie nuove, mentre di poco rientrati sono il fienile ed i maneggi coperti; il centro si estende poi verso sud con le altre strutture sopra citate.
Proseguendo oltre, si raggiunge la cascina sita al civico 24, attualmente soggetta a lavori edili. La fotografia che vi proponiamo ricorda però il tempo in cui, circa venticinque anni fa, essa era ancora abitata ed in piena attività. Al suo interno la corte ospita anche una meridiana, che come si può vedere nell’immagine si trova sopra il portone, sulla controfacciata dell’ingresso, lievemente spostata verso destra; poco sopra, sull’edificio a destra, si vede un campaniletto a vela. Il portone ligneo di ingresso è lavorato, ed introduce all’ampia aia su cui affacciano diversi edifici a comporre una tipica corte lombarda di forma quadrata.
Superato questo gruppo di edifici entriamo in Macconago Grande, che era definita la zona “artistica” del borgo.
Poco dopo infatti vediamo una cascina parallela alla strada, su cui si trovano alcuni moncherini. Fino a non molti anni fa, al posto della “mattonata” si trovava una lunetta in cemento a motivo religioso (ora scomparsa) e, poco sotto (si vedono ancora i tre segni), tre capitelli rinascimentali provenienti dal salone centrale del castello (anch’essi scomparsi). La fotografia di circa venticinque anni fa mostra ancora la lunetta in bella mostra, e sullo sfondo compare il merlato castello, di cu parleremo in dettaglio nel prossimo articolo, così come faremo con la graziosa e settecentesca chiesetta di San Carlo (attuale dedicazione della chiesetta originariamente dedicata a San Paolo, come avevo indicato nello scorso articolo) che ora, oltre a essere nascosta dai ponteggi per il restauro, è coperta alla vista dalle montagne di terra, accumulate davanti alla sua semplice eppur armonica facciata, e provenienti dai lavori che si stanno svolgendo all’interno dell’area dell’Istituto Eurpoeo di Oncologia per la costruzione del CERBA (Centro Europeo per la Ricerca Biomedica Avanzata), cantiere iniziato ormai parecchi anni fa, e che porterà alla realizzazione, su un'area di 62 ettari all'interno del Parco Agricolo Sud Milano, di un ”quartiere della medicina”, che ospiterà le cliniche specialistiche per la cura e la degenza, i centri di ricerca e il polo universitario per l'alta formazione, un Campus e un parco pubblico, che sorgerà al centro dell’area, con un’estensione di circa 30 ettari.