A cura della Fondazione Milano Policroma
Testo di Riccardo Tammaro
Come anticipato nell'articolo pubblicato sul numero scorso, ci accingiamo ad
analizzare il percorso del fiume Lambro nel territorio cittadino, con
particolare attenzione al tratto che scorre nella nostra zona.
L'ingresso del fiume Lambro nel comune di Milano coincide con il punto in
cui, grazie ad un ponte-canale, esso passa sotto il naviglio della Martesana,
nelle vicinanze di via Idro, all'estremità nord-est della città. In seguito il
fiume attraversa lo svincolo di Gobba, passando di fianco alla cascina omonima,
per poi costeggiare la via Rizzoli, affiancato da una bella riva verde ove sono
presenti alcuni orti.
A questo punto il Lambro si inculca nel territorio del Parco omonimo, che
da lui prende il nome, ed è qui possibile andare a vederlo da vicino, mediante
i vialetti del parco ed un ponte che lo scavalca; ricordo che, solo una trentina
di anni fa, le acque del fiume erano, in questo punto, estremamente limpide e
cerulee; ricordo anche che un trenino portava i bambini lungo i vialetti e
lungo lo stesso corso d'acqua, all'interno del parco.
All'uscita dal parco Lambro, il fiume costeggia il Centro Sportivo Schuster,
nonchè l'area verde di via Ofanto, sita di fronte alle case del
quartiere di via Passo Rolle; poco a sud, vi è un altro spunto che può essere
interessante: dal vecchio ponte di via Folli (da notare la pavimentazione), è
possibile vedere una piccola cascata, in un'ambientazione tranquilla a due
passi dallo svincolo della tangenziale est.
In seguito il Lambro attraversa la zona ex-industriale di Lambrate (nome
ovviamente proveniente da quello del fiume), dove, tra gli altri prodotti, vide
la luce la Lambretta, anch'essa, evidentemente, figlia dello stesso toponimo.
Dopo essere passato sotto lo scalo ferroviario dell'Ortica, il Lambro
inizia il suo percorso all'interno della zona 4, per la precisione con il ponte,
recentemente rifatto, di via Corelli.
E proprio nella nostra zona si trovano alcuni degli scorci più belli tra
quelli che il Lambro offre nel suo attraversamento di Milano. Già a sud del
suddetto ponte, infatti, il Lambro assume carattere sinuoso, scivolando tra
sponde verdi, e funge da confine occidentale per il Parco
Forlanini; costeggia poi il Mulino Composta, che dalle sue acque era un tempo
alimentato, come testimonia la pala tuttora presente. Dalla strada interna al
parco, poi, seppure un po' avventurosamente, è possibile andare a sbirciare,
dietro ad un filare di alberi, il corso del fiume.
Una volta superato il viale Forlanini, ove risulta difficile un'osservazione
del fiume, ci aspetta lo splendido borgo di Monluè, di cui ho già parlato in
altra occasione, e che penso sia noto a tal punto da non necessitare di una
descrizione. In questa ambientazione, una recente risistemazione delle sponde ha
consentito una fruizione del parco affiancato al borgo, che si basa anche
sull'apporto paesaggistico del Lambro, di cui si gode una buona prospettiva
anche dal ponte di via Fantoli, sito a sud del parco succitato.
Vale la pena a questo punto ricordare come, in quello stesso tratto, fin dal
1400 circa una nota trattoria servisse pesce fresco, pescato nel fiume, da cui
pure provenivano i famosi "bei gamber del Lamber", i gamberi di fiume che,
ancora nel ventesimo secolo, venivano venduti dagli ambulanti per la contrade
di Milano.
Certo le acque allora erano più limpide, e probabilmente anche più controllate:
come risulta da una grida del 1782, infatti, vi era una figura (il "camparo" del
Lambro) incaricata di "visitare i capi-fonte che alimentavano il detto fiume,
onde rilevare se erano stati espurgati"..."Si proibiva di gettare nel fiume
terra, rottami od altro, nè di estrarne sabbia, se non che dai ghiaiati" ...
"si obbligava il camparo di avvertire immediatamente il proprietario delle piante
cadute nel fiume perchè fossero levate nel termine di tre giorni".
Tornando al fiume, dopo il ponte di via Fantoli esso ha un'ansa, che lo fa
deviare in direzione est, all'altezza del tratto di via Monluè, ormai
difficilmente rintracciabile, che conduce a Cascina Grande.
Prima di lasciare il territorio della nostra zona e, conseguentemente,
anche quello comunale, il Lambro ha in serbo una gradita sorpresa per noi: le
palazzine di via Camaldoli, estremità est del quartiere Ponte Lambro, si
specchiano nelle acque del nostro fiume, prima che esso si reimmerga in una
ambientazione bucolica che lo condurrà a San Donato e, via via, fino al Po.