A cura della Fondazione Milano Policroma
Testo di Riccardo Tammaro
Nell'anno internazionale dell'acqua (2003), ed a pochi giorni dalla chiusura
del Concorso "Acqua Azzurra, Acqua Chiara?", ci è sembrato opportuno dedicare
Un paio di articoli alle acque della nostra zona.
Come soggetto abbiamo scelto il più famoso, ed il più importante, tra i
corsi d'acqua che la attraversano: il fiume Lambro. In questo primo articolo
ne tracceremo un profilo generale, concentrandoci nel secondo sulla sua
presenza nella nostra città ed, in particolare, nella nostra zona.
Il fiume Lambro ha origine dalle Prealpi Lariane, tra i due bracci meridionali
del Lago di Como. Esso nasce dal Monte Forcella a 1456 metri di altitudine,
presso Pian del Rancio nel comune di Magreglio. Percorre la Vallassina e,
attraverso una canalizzazione denominata "Lambrone", si getta nel lago di
Pusiano (lago naturale di origine glaciale), dal quale esce per
attraversare la Brianza e toccare Monza, Milano e Melegnano, e sfociare infine,
dopo 130 chilometri di percorso, nel fiume Po, presso Orio Litta, ad
un'altitudine di circa 59 metri sul livello del mare; la portata media della
foce è di 5 metri cubi al secondo, e l'area del bacino è approssimativamente
pari a novecento chilometri quadri.
Questo numeri ci aiutano a capire che quello che per noi può sembrare
solo un corso d'acqua che lambisce la nostra zona è in realtà un importante
corso d'acqua che attraversa l'intera Lombardia, correndo parallelo a Ticino
(ad ovest) e Adda (ad est).
L'alveo principale del fiume Lambro si è formato durante l'era quaternaria;
deriva dalla graduale evoluzione di una fitta rete di torrenti, che si sono
fatti strada fra i depositi post-glaciali, incidendo la pianura in profondità,
secondo ritmi variabili nel tempo.
Il fiume era famoso anche per la qualità delle sue acque. Nel 1300,
Francesco Petrarca scrive dal castello di San Colombano ad un amico:
"ai piedi del colle scorre il Lambro, un fiume non troppo largo, ma limpido
e capace di sostenere barche di ordinaria grandezza". Lo storico Giorgio Merula,
vissuto nel XV secolo, descrive il Lambro come un fiume dalle acque chiare e
ricco di pesci; in uno studio del 1896 l'ittiologo Pavesi descrive venti
specie di pesci presenti nel Lambro, tra cui la trota, lo storione ed il temolo.
Il corso principale del Lambro può essere diviso in 4 zone:
Noi ci concentreremo naturalmente sulla terza zona, in cui ricade anche la
nostra circoscrizione; il fiume vale comunque una visita in ognuna della zone
succitate, specialmente in località di valore architettonico quali Agliate o
Monza o Melegnano, per citarne alcune.
Tornando alla parte di Lambro che attraversa Milano, i due affluenti
naturali maggiori del Lambro che scorrono anch'essi in Milano
sono il fiume Olona ed il Seveso. L'Olona passa per la zona nord-ovest di Milano,
ma una larga parte della sua portata è deviata attorno al sistema idrologico
cittadino tramite un canale che si collega al fiume Lambro Meridionale (il più
grande affluente della sponda destra del Lambro) a sud est di Milano. Il Seveso
(insieme al Naviglio Martesana) si collega al sistema fognario della parte più
ad est di Milano appena entrato in città. Questo lascia Milano come "canale
Redefossi" che successivamente si butta nel Lambro a Melegnano. Prima di
entrare in Milano, le portate in eccesso dell'Olona e del Seveso sono occasionalmente
deviate al fiume Ticino dalla zona ovest della città mediante il Canale Scolmatore
di Nord-Ovest, costruito appositamente per proteggere dalle alluvioni la città
di Milano.