Il Parco di Largo Marinai d'Italia

A cura della Fondazione Milano Policroma
Testo di Riccardo Tammaro

Quasi al centro di corso XXII marzo si stende nel suo verde volto la piccola perla della nostra zona:il parco di Largo Marinai d'Italia,deliziosa oasi nella quale il passeggiare sempre ci e' caro.
Quante volte,magari stanchi, magari sudati, abbiam sostato sulle sue panchine, sotto l'ombra dei suoi alberi, e sempre ci siam dati dattorno lo sguardo fra i suoni allegri di bimbi giocosi ed il rincorrer di cani fra le aiole e i viali.
Il parco di Largo Marinai d'Italia, custodito dal severo sguardo del monumento dedicato ai donatori di sangue, voluto dall'AVIS cittadina e sito nel pccolo slargo del parco che dal fondatore prende il nome: Giuseppe Formentano, rappresenta uno dei momenti ambientali, storici e monumentali della nostra zona.
Al centro dei giardini svetta su tutto la costruzione detta Palazzina Liberty, della quale poco diremo in questa sede, vestigia di un gusto architettonico imperante a Milano nei primi del secolo, il liberty appunto, recentemente restituita ai fasti cromatici che le spettano, e testimonianza della passata funzione di quest'area di Zona 4: era infatti il locale di ristoro del mercato ortofrutticolo, il verziere.
Il Verziere, un nome che evoca immediatamente echi lontani di grida e movimenti affaccendati, a passo di corsa come direbbe il futurista Marinetti e come ci si aspetta di logica a Milano, aveva la sua sede proprio in Largo Marinai d'Italia. Il mercato ortofrutticolo, indicato come Verziere Nuovissimo, per non fare confusione con la vecchia sede nel Brolo di Santo Stefano, detta Verziere Nuovo, perche 'a sua volta era gia' un trasferimento voluto dal Firmian, che' prima si trovava alle spalle del duomo, fu aperto esattamente l'11 di aprile del 1911, alle 4 del mattino e li' funziono' sino al luglio del 1965.
Il Verziere sostitui' il fortino austriaco voluto dal Radetzky al suo ritorno a Milano nel 1848, costituito da tettoie a tre campate (corsia in quella centrale e posteggi nelle laterali) che racchiudevano con forma ad anfiteatro altri posteggi e tettoie. Un'area con pochi ingressi lungo i lati, aperti anche la domenica (il giorno di chiusura e' sempre stato il lunedi') facilmente controllabile dall'ordine pubblico, e con raccordi alle ferrovie della vicina stazione annonaria di Porta Vittoria dava vita al primo esempio italiano di mercato organizzato.
Nelle vie circostanti era un tumulto di automezzi,carri,cavalli ed asini, circa 200 cavalli trovavano spazio nello stallazzo tra le vie Anfossi, Anzani, Bezzecca e Cadore. L'attivita' era animata da ortolani generici o specializzati in sole patate, castagne o frutta che venivano da localita' allora molto rinomate: le ciliegie di Abbiategrasso, le verze e il sedano di Casalpusterlengo, i fichi della Brianza, i fagioli di Vigevano ecc.
Circa un migliaio di facchini animavano le corsie del Verziere ed erano tutti in divisa: vestaglia a strisce verticali bianche e azzurre. Vita faticosa, viaggi di notte, anche 40 km in bicicletta, per arrivare al Verziere e poi tutto il giorno a scaricare con una breve sosta a mezza mattina per rifocillarsi al bar centrale, la Palazzina Liberty appunto: trippa, cassoeula, nervetti con le cipolle e via di nuovo al lavoro.
Dal 1965 il Verziere fu poi definitivamente trasferito nell'attuale complesso, modernamente attrezzato, che sorge in via Lombroso, in stretto collegamento con altre infrastrutture del commercio alimentere, per inciso un complesso nel
quale transitano decine di milioni di quintali di frutta e verdura. Dai suoni, colori e odori di ieri molte immagini, molte suggestioni e molti giorni sono trascorsi ed ecco che i nostri occhi, ancor velati dai ricordi si posano all'ampia, e diciamolo pure un po' trascurata, fontana del parco sul lato del corso, ultima sosta di questa nostra breve visita.
Quando fu decretata la soppressione del Verziere, il comune decreto' la costruzione di un parco e di un monumento dedicati ai Marinai d'Italia, pare infatti che Milano sia la citta' che piu' " ha dato" alla marina. Il progetto originario dello scultore Francesco Somaini (coadiuvato dall'architetto Luigi Caccia Dominioni) prevedeva una scenografica successione di collinette di una decina di metri e lunghi e ricurvi corridoi di alberi tipici della pianura del Po che non fu poi realizzata.
La fontana invece fu realizzata nel 1967 e si presenta con una vasca d'acqua sormontata da una sinuosa sagoma bronzea che simboleggia un'onda e con un canale che si diparte dalla vasca attraversato da un ponticello. Inutile dire che anche in questo caso il progetto originale del Somaini era molto piu' imponente ed immaginifico ma ci limitiamo a dirvelo senza darvi delle descrizioni piu' approfondite, altrimenti anche voi, come noi, non potreste fare altro che rimpianger quel che esser poteva e non fu.