A cura della Fondazione Milano Policroma
Testo di Riccardo Tammaro
Solitamente un aeroporto viene inteso come un luogo di transito, così come le stazioni ferroviarie ed altri luoghi simili. Può quindi dsembrare strano considerarlo un luogo da visitare.
Eppure, come evidenziato da Andrea Soggiu (vedi Quattro n. 113), un aeroporto può avere una storia interessante, specie se centenaria; quello che voglio affrontare in questo articolo è però l'aspetto artistico dell'aeroporto di Linate, concentrandomi su quella che è un'oasi di tranquillità all'interno del frenetico movimento di persone e merci che caratterizza l'aeroporto di Linate: parlerò della sua cappella.
L'attuale Cappella-Santuario (dedicata alla Madonna di Loreto, che era stata proclamata Patrona degli Aviatori già da Papa Benedetto XV il 23 marzo 1920) è stata inaugurata nel dicembre 1989, ma già dal 1985 il Cappellano esercitava nella vecchia Cappella, esterna all'aerostazione. Essa si trova ora al primo piano del vasto complesso, dove si può salire con la scala mobile che si trova sull'estremità nord, e che conduce a pochi metri dalla cappella, posta sulla destra, e preceduta da un atrio che introduca anche all'ufficio del cappellano, di cui dirò uin seguito.
Entrando nella cappella si nota subito uno scintillante splendore di opere d'arte moderna, che la ornano su tutti i quattro lati; nell'unico spazio quadrilatero si trovano alcune colonne che hanno il compito di suddividere la cappella in due parti: sulla sinistra la parte riservata ai Cattolici, che contiene il tabernacolo, e sulla destra, più ampia, la cappella ecumenica, aperta a chiunque cerchi un momento di riposo, fisico, mentale e spirituale.
La cappella di sinistra contiene come detto il tabernacolo, opera di Alberto Ceppi, che raffigura un mappamondo cavo in cui viene inserita la particola, ad indicare Cristo centro della Chiesa e del mondo. Il mappamondo è inserito nella ellisse centrale della struttura vitrea composta da tre ellissi verticali; nella ellisse di sinistra e' rappresentata la Comunità dei lavoratori aeroportuali, e in quella di destra la Comunità dei passeggeri; nell'insieme queste figure rappresentano la Chiesa, Le tre elllissi sono anteposte ad una ellisse orizzontale che è una vetrata policroma rappresentante le rotte di volo tramite gabbiani stilizzati.
Proprio la policromia e la luce sono le caratteritiche della cappella, a cominciare dalle 20 vetrate illuminate che rappreentano i Misteri del Rosario, e che si sviluppano sulle pareti laterali. Esse sono opera di Benedetta ed Alberto Ceppi, e sono collegate a gruppi di 5, tramite una struttura dorata in cui sono incastonati tondi di cristallo.
Nella parte destra della cappella, dove si trova anche l'altare per celebrare la Messa, opera in ferro battuto realizzata nel 1962 da Genesio Fumagalli, si trova una scultura policroma ecumenica: all'interno di un'ellisse che rappresenta il mondo, al centro si trova Gesù Bambino come luce degli uomini, che possono accoglierla o rifiutarla (le due figure ai lati, l'una dorata e con gemme illuminate, l'altra nera e con gemme "spente").
Sulla parete vicina all'ingresso, aggiunto dopo la sciagura dell'8 ottobre 2001, si trova il "Sacrario in memoria delle Vittime delle sciagure aeree e dei Defunti Aeroportuali", che consiste di un'altra ellisse policroma su cui si trova una statua bronzea di Cristo Risorto che accoglie a braccia aperte; l'opera è anch'essa di Alberto Ceppi. A lato si trova una "Madonna dell'ulivo e della pace", opera bronzea di Enrico Pandiani risalente al 1895, che riproduce una tela del Barabino del 1891, inserita in una teca lignea e donata alla Cappella nel 1994.
Altre opere d'arte occhieggiano qua e là, e non si possono trascurare i due quadri dedicati ai patroni della cappella: San Giuseppe Lavoratore, raffigurato in atteggiamento di protezione verso tutti gli operatori aeroportuali (parete destra, opera di Alberto Lumini del 1998) e la Madonna con Gesù Bambino, che stringe tra le mani un aeroplanino (parete sinistra, opera di Padre Costantino Ruggeri del 1963, realizzata quando era nel Convento Francescano di Canepanova a Pavia, e solennemente incoronata dal Cappellano il 10 dicembre 1985, con grande concorso di aeroportuali, passeggeri ed amici della Cappella, nel giorno in cui la Cappella ha assunto anche il titolo di Santuario).
Nell'atrio e sulle porte di ingresso alla Cappella, si possono ammirare cinque pannelli in rame sbalzato, opere del Maestro Giacomo Ballabio, raffiguranti la Madonna di Loreto, l'incoronazione della Madonna avvenuta nel 1985 e l'apertura e il logo del Giubileo della Redenzione
Concludiamo con due parole sul Cappellano, perchè Don Giovanni Tremolada riveste questo ruolo dal 1985, ossia dall'inaugurazione della vecchia Cappella, dopo aver svolto numerosi ruooli, tra cui quello di giornalista presso la RAI-TV e, in precedenza, quello di primo Responsabile dell'Ufficio di Curia per la Pastorale del Turismo.
Ebbene, anche se dalla sua vitalità non si direbbe, è giunto per lui il momento di lasciare questa attività, svolta con grande spirito di accoglienza e simpatia; dal primo luglio gli subentrerà don Fabrizio Martello, residente presso la parrocchia di Sant'Eugenio, nella nostra zona quattro. Un sentito grazie al primo ed un sincero augurio di buon lavoro al secondo!