La cascina Colombč

A cura della Fondazione Milano Policroma
Testo di Riccardo Tammaro

In via Bonfadini, al numero civico 15, si trova la Cascina Colombe' di Sopra che, con la Colombe' di Sotto, posta di fronte al di la' della strada, costituiva nei tempi antichi una unita' agricola. I due edifici risalgono con ogni robabilita' al primo Settecento; il nome sembrerebbe derivare dalla presenza di una colombaia.
L'impianto planimetrico della cascina risulta atipico rispetto allo schema canonico a corte: qui gli edifici sono posti l'uno perpendicolarmente (Colombe' di Sopra) e l'altro (Colombe' di Sotto) parallelamente alla strada. La pianta della Cascina Colombe' di Sopra si sviluppa secondo un asse: adiacenti alla strada, poste su due piani e precedute da un portico, si trovano le abitazioni; attigui ad esse sono sistemati i locali per magazzini e piccoli depositi, collegati ad un ampio porticato che conclude la costruzione.
In alzato i volumi delle diverse parti funzionali sono giustapposti in modo degradante dalla strada veso l'interno del fondo. A questo andamento scalare dei volumi corrisponde una gradualita' nell'accostamento dei "pieni" e dei "vuoti": dalle parti murate, con poche aperture, corrispondenti alla zona abitativa, si passa a quella trasparente del porticato terminale.
La via su cui si trova la cascina e' una strada storica in quanto corrisponde alla Vecchia Strada Paullese, come gia' da secoli tracciata anche sulle mappe storiche. Se si osserva una cartina di Milano infatti, si notera' come la via Bonfadini, seppure oggi interrotta nell'ordine dalla ferrovia e dalla Tangenziale Est, e seppure ridenominata in epoca recentissima nel suo ultimo tratto (via Vittorini, nel quartiere Ponte Lambro) ha un andamento pressoche' rettilineo: si ricordi che i viandanti molto spesso erano appiedati, e quindi le strade non erano perfettamente squadrate, anzi risentivano pesantemente di tutti gli ostacoli naturali quali rogge, fiumi e boschi. A tal proposito e' opportuno notare che la strada costeggia la chiesa (o quanto di essa rimane, dopo che anche l'affresco all'interno e' stato asportato da ignoti) di Sant'Anna in Castagnedo, dove il nome del borgo fa chiaramente riferimento a un bosco di castagni presente in loco, nel punto in cui dalla Paullese si staccava il cosiddetto "Strettone" (odierna via Tertulliano).
Giunti al confine di Milano, la strada piega a destra per costeggiare l'aeroporto di Linate, ma e' chiaro che questo non esisteva al tempo del tracciato originario della via Paullese. Ecco che allora, attraversando (solo virtualmente, s'intende) le piste dell'aeroporto, ci si ritrova sulla via IV novembre di Peschiera Borromeo, in frazione Canzo, percorrendo la quale si perviene ad un rondo', in localita' nota attualmente come Plasticopoli (toponimo eveidentemente recente). Proseguendo diritto, si imbocca quella che e' nota a tutti come la Vecchia Paullese, ed infatti dopo alcuni chilometri, incrociata la nuova Paullese, si giunge nel centro del paese di Paullo.
Tutto cio' dimostra il valore storico della via. Lungo la stessa, peraltro, nonmancano le testimonianze rurali, e se la cascina della Trecca, sita vicino all'omonimo Cavo (termine piu' o meno equivalente a roggia) che passava nelle vicinanze e' stata demolita per consentire la costruzione di edifici piu' recenti, lungo la strada resistono la Cascina Bagutto, la Cascina Merezzate ed altri edifici d'epoca remota, che ci ricordano il passato agricolo della zona.
Oggi l'area circostante la Cascina Colombe' e' adibita a parco pubblico, contenente attrezzature per l'attivita' sportiva, e da tempo si parla del trasferimento in loco della sede della gloriosa Societa' Sportiva Ausonia, attualmente domiciliata a fianco all'ex Canile di via Lombroso, al civico 101.
Il parco e' stato dedicato al giudice Emilio Alessandrini, che risiedeva in zona, e fu ucciso ad opera di un commando di Prima Linea, come ricorda una lapide, in viale Umbria all'angolo con via Muratori, mentre accompagnava i figli a scuola.
In conclusione, tornando alla cascina Colombe' (di Sopra e di Sotto), pur trattandosi di architettura minore, non si puo' non rilevare l'armonia formale dell'insediamento rurale, fermo restando il valore documentario nel ricordo di un'epoca non lontana in cui la zona viveva di un'economia rurale.