A cura della Fondazione Milano Policroma
Testo di Riccardo Tammaro
All’estremo nord del Comune di Milano, poco prima di inoltrarsi nel Comune di Bresso, oltre il borgo di Niguarda, ricco di testimonianze storiche. da più di un secolo si erge la cascina California (cui è stata recentemente dedicata una fermata della metrotramvia nord), ultimo baluardo contro la cementificazione di questa zona adiacente il Parco Nord.
Fino a pochi anni fa, la cascina sorgeva pressochè isolata: dietro, si trovavano un paio di palazzi ad uso uffici, anch’essi di recente costruzione, e di fronte, al di là della strada, scorreva il Seveso, scoperto fino al borgo di Niguarda, che poi s’incuneava sotto terra per proseguire verso il centro della città.
Vale la pena di indicare subito che la destinazione rurale di questa cascina si è persa ben presto; al suo posto, essa ha sviluppato una fiorente tradizione enogastronomica, con la presenza di una trattoria da tempo immemorabile.
Il motivo però per cui questa cascina è degna di nota, oltre al fatto che ospita una trattoria di gusto milanese come ai vecchi tempi, è la sua origine, che si riflette nel nome, e che viene collegata niente meno che a Buffalo Bill.
Nei primi anni del Ventesimo secolo, infatti, una grande troupe di cowboys e indiani pellirosse - e si trattava di veri cowboys e pellirosse: pare vi fosse perfino Toro Seduto - fece un lungo giro delle principali città europee con uno show che ricostruiva l'epopea western, e che ebbe grande successo.
Ebbene, una leggenda narra che Buffalo Bill, venuto a Milano per uno di questi show, si sia innamorato di una giovane milanese e si sia fermato diversi mesi, forse un anno, in città. I due fidanzati avrebbero anche progettato una iniziativa comune: una trattoria, a Niguarda, in via Ornato 122, chiamandola La California.
Nella realtà Buffalo Bill venne a Milano e si esibì in alcuni spettacoli nella zona del Castello Sforzesco (ad esempio in piazza d'armi, ora Parco Sempione, nel 1891), ma le cose per la cascina non andarono esattamente così,.
Non lui infatti, ma un cowboy del suo entourage si innamorò in effetti di una ragazza niguardese (all’epoca Niguarda era comune autonomo), e diede vita alla cascina; perciò la storia è vera, ma i protagonisti sono lievemente diversi.
La suggestione quindi è viva, e si tramanda fino ai giorni nostri, anche se numerose modifiche all'intorno hanno un po' snaturato la destinazione originaria.
Sia a nord che a est della cascina, infatti, sono sorti nuovi insediamenti, con ampi capannoni, e a sud lo sviluppo residenziale ha portato nuovi grandi condomini, per fortuna di gradevole aspetto; in tutto questo la cascina è un po' "scomparsa".
Tuttavia è ancora possibile recuperare una parte dell'antica atmosfera rurale attraversando la via Ornato per andare a vedere il tratto ove il Seveso scorre ancora all'aperto; oltre a ciò, l'edificio rurale ha mantenuto le sue dimensioni, pur con lievi modifiche dal punto di vista architettonico.
I tre archi sulla parete rivolta a sud, per esempio, che erano visibili già all’inizio del Ventesimo secolo, sono passati dall'essere portici al fungere da finestroni per il ristorante, che infatti ha ricavato una veranda in quello spazio; e nulla rimane del fienile posto dietro alla palazzina, guardando da via Ornato verso via Guido da Velate..
Ciò che certamente rimane è la struttura dell’edificio, che si può ancora apprezzare guardandola da via Guido da Velate e ponendo come sfondo il borgo di Niguarda e il parco Nord.
Può poi valere la pena di entrare nella trattoria per respirare l’atmosfera delle osterie di fuori porta dei tempi che furono, riassaporare piatti genuini come il minestrone o la faraona o il salame di cioccolato, e godersi il dialetto milanese, parlato da molti degli avventori, nonchè dai titolari; anche il prezzo finale sarà una lieta sorpresa.
Inoltre, a dimostrazione che la cascina non è una sorta di museo decadente ma una realtà viva e popolata (basta passarci a pranzo durante la settimana per farsene un’idea) vale la pena di ricordare che, da un’idea dell’Ecomuseo Urbano Metropolitano di Milano Nord, qualche tempo fa alla cascina ha avuto luogo una ”Cena narrante”, durante la quale, tra una portata e l’altra, sono state articolate brevi partiture narrative per riscoprire storie e leggende di Niguarda in forma di assaggi.
Al termine del pranzo, infine, può essere gradevole passeggiare per i sentieri del Parco Nord, vuoi quelli che si snodano di fronte alla cascina con accesso dal capolinea della metrotranvia, vuoi quelli posti nell'area del suddetto Parco sita al confine tra Milano e Bresso, cui si accede dirigendosi verso nord alla volta di Bresso e superando l'incrocio semaforizzato.
La Cascina California può essere raggiunta dal centro città con il tram 4 (cui si può accedere anche dalla fermata Maciachini della M3).
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