A cura della Fondazione Milano Policroma
Testo di Riccardo Tammaro
In fondo a viale Corsica, all'incrocio con via Kolbe, si trova la chiesa
dedicata alla Beata Vergine Immacolata e a Sant'Antonio. In questi due articoli
tracceremo rispettivamente la storia della parrocchia (e vedremo come essa si
intrecci con la storia nazionale) ed il profilo artistico della chiesa.
L'inizio della costruzione dell'edificio può essere fatto risalire al
giugno 1927, mese in cui padre Vittore Chialina, Ministro della provincia
patavina dell’ordine dei frati minori conventuali, acquistò un appezzamento
di terreno nella zona corrispondente all’attuale quartiere di Viale Corsica, che
all'epoca era ancora in costruzione.
Su progetto degli architetti fratelli Nava fu così realizzato un convento che già
nel novembre del 1929 era in grado di ospitare la prima comunità religiosa; la
prima Messa vi fu officiata (in un'aula al piano terreno) il 17 giugno 1929.
Fin dall’inizio, però, i locali dedicati al culto apparvero
inadeguati alle reali esigenze della popolazione del quartiere e per questo motivo
i padri “milanesi” presentarono al capitolo provinciale un progetto per la
costruzione di una vera e propria chiesa, sempre a firma degli architetti Nava,
che fosse il Santuario Antoniano nella città di Milano.
I padri capitolari tuttavia espressero con rammarico il diniego alla costruzione di
un’opera così imponente, data la mancanza dei fondi necessari, a causa della
difficile congiuntura economica dell’intera nazione (1931. nel pieno della
Grande Depressione).
Ciononostante, i titolari dell’impresa Castelli si assunsero la responsabilità
della realizzazione dell’opera, per nulla scoraggiati dalle modalità di pagamento
che i frati avevano prospettato loro, e fecero dare inizio ai lavori di fondazione
della chiesa.
La posa della prima pietra fu celebrata l’11 febbraio 1931:
la cerimonia, particolarmente suggestiva, fu celebrata dal cardinale arcivescovo di
Milano Ildefonso Schuster.
I lavori partirono a rilento, ma nel dicembre del 1931 le donazioni ottenute
portarono in breve tempo all’innalzamento dell’intero perimetro delle fondamenta
ed in alcuni punti delle prime mura della cripta.
A primavera del 1932, fu gettata la soletta di copertura della cripta, destinata ad
essere la base per il pavimento della futura chiesa superiore.
Il peggioramento della situazione economica nazionale causò la sospensione dei
lavori e la decisione dei frati di destinare le poche offerte arrivate ai primi
arredi della cripta. La chiesa inferiore venne solennemente benedetta in occasione
della festività di Maria Assunta, il 15 agosto 1932, anniversario della
nascita di Sant'Antonio.
Poi i lavori rimasero fermi per molti anni, e solo nel maggio 1937 fu riaperto il
cantiere; alcune difficoltà sorsero tuttavia ben presto in seguito alla guerra
d’Etiopia, in quanto l’Italia era incorsa nelle sanzioni economiche varate dalla
Società delle Nazioni e diveniva quasi impossibile procurarsi i materiali ferrosi
necessari per armare l’anima della struttura degli archi portanti.
Nonostante ciò, nel novembre del 1937 la parte in muratura della chiesa era
completata e le navate laterali e le piccole absidi erano quasi ultimate.
Nei primi mesi del 1938
vennero costruite, grazie alle nuove travi di ferro, le capriate delle prime tre
campate della struttura, permettendo così anche l’inizio dei lavori di costruzione
del tetto.
Con l’arrivo dell’estate, poi, furono completati i lavori strutturali ed il corpo
centrale della chiesa. Anche la facciata andava via via assumendo l’aspetto
definitivo e, proprio nel mese di giugno, arrivarono anche le pietre ed i marmi
destinati ad abbellirne le linee architettoniche.
La comunità dei frati decise allora di non attendere la consacrazione ufficiale
ma di celebrare, il 25 settembre 1938, la prima Messa nel nuovo tempio. La
celebrazione avvenne in una chiesa del tutto spoglia e con il pavimento ridotto a
una semplice gittata di cemento. Poche candele, un altare improvvisato ed un
crocifisso erano infatti gli unici arredi sacri. Pochi mesi dopo fu possibile
comprare un piccolo organo ed allestire un primo impianto di illuminazione
elettrica. Anche il pavimento fu ultimato ed esso apparve come un grande mosaico
di stile palladiano. Inoltre, nei primi mesi del 1940 vennero realizzati gli amboni
e le balaustre laterali che chiudevano il presbiterio della chiesa.
Fu allora decisa la realizzazione delle prime vetrate raffiguranti
le scene della vita del Santo di Padova e di quella della Beata Vergine Maria ed i
misteri del Rosario.
La chiesa così completata fu consacrata dal cardinale di Milano Ildefonso
Schuster il 5 ottobre 1941.
I danni subiti dalla città a seguito dei bombardamenti alleati non
risparmiarono la chiesa che il 24 ottobre 1942, durante una terribile
incursione aerea, vide ridotte in frantumi tutte le sue vetrate a causa dello
spostamento d’aria causato dall’esplosione di una bomba caduta su di un edificio
vicino. A questi danni fortunatamente non se ne aggiunsero altri neppure durante
i pesantissimi bombardamenti del 1943, durante i quali tre bombe rimasero inesplose
a poca distanza dalla chiesa.
Le vetrate furono rimpiazzate al termine
del conflitto. Ulteriori abbellimenti del tempio furono avviati a partire dai
primi mesi del 1948 e proseguiti per tutti gli anni 50 quando furono arredate
le cappelle e realizzate le ultime vetrate artistiche ancora mancanti.